28/08/2015 - 08:43
Nelle ultime settimane tiene banco il funerale di Vittorio Casamonica. Apparentemente la vicenda non dovrebbe entrarci nulla con i diritti dell’infanzia; ma il nesso c’è.
Ci arriviamo per gradi, riassumendo i fatti.
Muore la figura-guida della comunità Casamonica, ceppo Sinti proveniente dall’Abruzzo ed ormai da anni stabilitosi nella capitale. Funerali in pompa magna, come tradizione vuole per il capostipite. Un cocchiere in livrea nera e cappello a cilindro conduce il carro funebre d’epoca, nero con fregi dorati e cristalli, trainato da cavalli neri bardati a lutto.
Poi l’orchestra suona la colonna sonora de “il Padrino”, mentre i parenti si contendono l’onore di trasportare il feretro in chiesa, sulla quale campeggiano i manifesti che inneggiano al defunto. Prima della cerimonia un corteo di Mercedes trasporta decine di corone, c’è anche il lancio di fiori sulla folla.
infine un elicottero sorvola il funerale spargendo petali rossi.
È un coro: indignazione, indignazione, indignazione !
I Casamonica hanno scelto la musica de il Padrino come se volessero dire che sono mafiosi e ne vanno fieri.
Il corteo dei Casamonica con la carrozza ha bloccato il traffico 10 minuti, come se volessero dire che possono farsi beffe delle autorità.
Lo sfarzo ostentato dai Casamonica è un insulto, come se volessero dire che sono potenti ed hanno le mani sulla città.
L’intera cerimonia dei Casamonica è un oltraggio, come se volessero sfidare lo Stato di Diritto.
I tg aprono per giorni con la notizia del funerale, foto e filmati fanno il giro del mondo quindi anche la stampa estera si accoda.
Ma i media europei ed extraeuropei non prendono posizione, non si indignano. Quindi l’allarme scandaloso è tutto italiano, all’estero fa sorridere e nulla più. Ci sfottono e forse ci compatiscono, com’è capitato in altre occasioni.
Da noi invece la prendiamo sul serio, o fingiamo di farlo. Esprime sdegno il Comune e pure il Vaticano, la Procura apre un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità
La politica vuole tagliare teste: Alfano dimettiti, Marino dimettiti.
Perché tutto ‘sto polverone?
Non c’è nulla di strano in quello che è successo, le cerimonie gitane (tutte, non solo i funerali) sono sempre una dimostrazione di opulenza pacchiana. I zzingari, come li chiamano nelle borgate, non vengono citati come esempio da seguire in quanto a savoir faire, morigeratezza, eleganza. Insomma, si tratta di tamarri da campionato mondiale, questo è sotto gli occhi di tutti, ma essere tamarri non è reato.
Ecco ciò che manca, il reato.
L’unico ad averne commessi è il pilota dell’elicottero, che non poteva sorvolare la città a bassa quota. Infatti, ben gli sta, gli hanno stracciato la licenza. Per il resto si tratta di cafonaggine a pioggia.
Ok, i Casamonica hanno noleggiato la carrozza funebre barocca, ma dov’è il reato?
Ok, hanno suonato the Godfather, ma dov’è il reato? È un brano musicale famosissimo, tra l’altro opera del maestro Nino Rota. La Paramount Records ha pubblicato il disco negli anni ‘70, ma non è mai stata inquisita per apologia di reati mafiosi; poi 40 anni dopo la suonano i Casamonica e si apre un’inchiesta.
Ok, hanno affisso le gigantografie del defunto, ma dov’è il reato, averlo definito pacchianamente “Re di Roma” ?
Invece, in termini di reato, chi si è realmente spartito Roma emerge dalle inchieste in corso sulle collusioni criminali nell’amministrazione cittadina. Colletti bianchi di diversi partiti, non sedicenti “Re” semianalfabeti. Quindi per il funerale dei cafoni l’indignazione ci sta pure, ma le inchieste della Procura no.
Non è un mistero come questa famiglia si sia arricchita, la cronaca giudiziaria è piena di inchieste, sequestri ed arresti per i traffici illeciti dei Casamonica. Quando vengono scoperti si ritrovano le manette ai polsi come chiunque altro. Quindi ben venga l’azione della Procura, però prima che gli eventuali responsabili vadano al Creatore; è un po’ ridicolo farlo dopo.
Impossibile poi non notare la posizione assunta dal Vaticano
L’Osservatore Romano si schiera e lo fa in maniera dura parlando di un vero e proprio "scandalo".
Sorprende l’appiattimento della Santa Sede sullo sdegno collettivo. Un boss della banda della Magliana è misteriosamente sepolto al Pantheon, tomba di artisti e di Re nel centro di Roma. In quale altro Paese al mondo potrebbe accadere? Ha scritto nulla l’Osservatore in merito? Si è indignato?
Ma soprattutto sorprende la memoria corta che hanno certi giornalisti all’ombra del Cupolone.
Nessuno ricorda - o nessuno vuole ricordare? - le processioni religiose, quando le statue di Santi e Madonne sostano con deferenza sotto alle finestre dei boss locali, che appaiono benevolmente salutando parroco e folla dal balcone.
La Curia tollera, da decenni, l’omaggio e il “rispetto” nei confronti del malavitoso di turno; succede prevalentemente in Campania, Sicilia e Calabria, dove i criminali più sono incalliti e più sembrano tenere alla benedizione divina.
Insomma, appare sospetto questo accanimento solo verso i Casamonica. Cosa sta succedendo di grave a Roma, per cui si rende necessario spostare altrove l’attenzione della gente?
L’impressione è che si voglia costruire un allarme artificiale per distogliere l’opinione pubblica da un allarme reale e fin troppo concreto (decine di assessori e dirigenti coinvolti nell’affaire Buzzi-Carminati). Ora il problema di Roma sono i zzingari, tutto il resto è passato in secondo piano.
Invece, per chi non si lascia distrarre, continua ad allargarsi l’inchiesta Mafia Capitale.
Ecco, proprio con l’inchiesta Mafia Capitale arriviamo alla tutela dei minori. Il sistema di malaffare - il Mondo di Mezzo, come si autodefiniscono Buzzi & Co. - era radicato nel tempo, ha coinvolto più di una consiliatura; quindi non è solo la giunta Alemanno a tremare per il terremoto giudiziario, dall’ordinanza di custodia cautelare emergono nomi anche del centrosinistra romano: il presidente del consiglio comunale, il capo segreteria del sindaco, l’assessore comunale, il consigliere regionale, il segretario del Pd cittadino.
Sotto la lente di ingrandimento la filiera che gestisce i servizi sociali, poiché è quella che controlla le politiche del Comune in merito ad immigrati e richiedenti asilo, settori nei quali - dice Buzzi intercettato - “c’hai idea quanto se guadagna? La droga rende de meno”.
Nella lista di nomi c‘è anche Angelo Scozzafava, ex direttore del V dipartimento. Ma il V dipartimento Politiche Sociali è quello da cui dipendono tutte le politiche sociali, non solo i centri di accoglienza per immigrati.
Quindi anche i minori.
E il Mondo di Mezzo lo sa.
Riusciranno i magistrati inquirenti a farsi spiegare come “ce se magna” pure sui minori?
Così, tanto per dire, c’entrano qualcosa le comunità residenziali, gli allontanamenti facili, le rette versate dal Comune a chi gestisce bambine e bambini tolti alle famiglie, la mancata trasparenza sul numero dei minori in casa-famiglia, sui tempi di permanenza, sui costi reali?
Sarebbe interessante saperlo.
Sarebbe interessante sapere che ruolo ha avuto la direttrice dei servizi sociali del Comune dr.ssa Isabella Cozza, il cui nome compare più volte nelle carte del filone giudiziario, tanto per capirci quella del “c’avemo la Cozza … COZZAAAA ! Ah ah ah, ce l’avemo messa noi, aho!”.
Scrive il gip nell'ordinanza «la sua nomina risulta comunque riconducibile agli interessi del sodalizio, tanto che Figurelli (il capo segreteria del sindaco, nda) rassicurava che la dirigente nominata era una persona fidata».
Quindi sembra che sia stata messa sulla poltrona da direttrice perché debitamente indottrinata, una che non crea problemi, disposta a colludere con gli interessi del clan anche a scapito della qualità del servizio erogato.
Però l’interesse del sodalizio non era la tutela dei profughi, ma fare soldi sui profughi.
Non era la tutela di anziani e disabili, ma fare soldi su anziani e disabili.
Allo stesso modo è difficile credere che il primo pensiero di Buzzi e Carminati fosse la tutela dei minori … magari era, non so, fare soldi sui minori?
La priorità è sempre stata quella di rendere denaro a chi gestisce il baraccone, per cui la domanda è d’obbligo: in che misura il sistema Buzzi-Carminati ha influito sulla reale efficacia delle misure poste a tutela dell’infanzia?
La dr.ssa Cozza a marzo è stata rimossa dal Sindaco, ma sarebbe utile analizzare tutti i provvedimenti relativi ai minori emanati sotto la dirigenza sua e del suo diretto superiore Angelo Scozzafava, visto che entrambi compaiono dell’inchiesta.
E bisogna farlo in fretta, acquisendo la priorità nella cronica trafila che impongono i tempi lunghi, a volte lunghissimi, della giustizia; perché un profugo è profugo sempre, ma un minore è tale solo per un periodo di tempo limitato.
Poi non sarà più minore, ma ciò non cancella i diritti stracciati quando era un bambino.
In sostanza l’inchiesta per il funerale con i cavalli sembra un diversivo per le masse, nulla più che uno specchietto per le allodole.
Non dobbiamo rassegnarci a restare allodole.
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